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        Noi c'eravamo.....1° Raid Nord Sud - 30 Aprile 2 Maggio 2004

     di Marco Simone

 

Oggi 30 ottobre 2004 ho terminato di scrivere un racconto, un racconto su tre giorni di viaggio, un viaggio fatto in compagnia di persone che vogliono seguire gli istinti ed i sogni a cavallo di mezzi viventi e che hanno un'anima, le loro moto, moto che volano sopra la realtà dell'asfalto, del caos, del tempo.

1200 chilometri percorsi dalle loro moto e dalle loro menti, quelle menti che osservano, gustano e ripercorrono quelle strade che altre moto, nella notte dei tempi, avevano percorso con altre persone che avevano la loro stessa passione...LA MOTOCICLETTA

 

Bologna 24 giugno 2004

Ho vissuto un evento di cui non voglio perdere nessun particolare, ma ben sapendo che alla fine la mia memoria perderà dei tasselli di vita, allora voglio scrivere quello che ho vissuto con tanta passione così un domani rileggendo questo mio scritto io possa rivivere le emozioni di quei giorni e con me chiunque vi abbia partecipato o che non avendo potuto partecipare sappia quale meraviglioso incontro é stato.

 

Premessa

Quando ero piccolo ed accadeva un lutto in famiglia, mia nonna, spegneva il televisore, ed iniziava a parlare del defunto, la cosa andava avanti per un paio di giorni poi si rientrava nella normalità, se il lutto colpiva un parente molto stretto allora la cosa era più lunga, le feste erano abrogate e le mega-riunioni di famiglia in occasione delle festività solenni non si facevano, poi tutto rientrava nella normalità.

La domenica si andava comunque a salutare i defunti al Cimitero, la vita tornava a scorrere, ci si tornava a riunire, a Pasqua, a Natale, si parlava del defunto, non più con l'animo triste ma ricordando i momenti belli in cui c'era anche Lui.

Ho perso due fratelli, il più piccolo aveva 5 anni nel 70 e mio fratello maggiore a 36 anni nel 96, oggi con i miei genitori e gli altri parenti viviamo e ricordiamo loro e gli altri sempre con animo tranquillo.

Mio padre mi ha insegnato che non bisogna mai avere "fantasmi nell'armadio", cose di cui non parlare, la vita va affrontata sempre in qualsiasi occasione ed in qualsiasi circostanza.

É per questo motivo che questa sera decido di scrivere sul Raid e quello che scriverò lo dedicherò ad Alessandro, perché ci ha creduto, come noi, a Beatrice, perché possa tornare a vivere con serenità e ricordare il suo compagno con animo tranquillo, ad Andrea, perché possa ricordare suo fratello nei momenti più belli, ai figli e figlie di Alessandro e Beatrice, perché devono continuare a vivere, costruirsi la loro famiglia, la loro vita e ne devono saper cogliere i momenti belli e viverli condividendoli con i loro cari che non ci sono più, a tutti noi, perché ciò che abbiamo fatto rafforza la nostra credenza che una passione può unire e far incontrare persone che non essendosi mai viste si sentano immediatamente amici e fratelli.

 

L'Idea

Un sussurro, una brezza piacevole, come quelle che vengono dal mare nelle giornate più afose, lanciata lì e subito trasformatasi in un uragano devastante "SI FA" organizziamoci "DOBBIAMO FARLO".

Nasce così la Mandello-Taranto, organizzata dai Falchi Lanari, poi divenuta, grazie all'estro di Paolo, il "1° Raid Nord Sud".

Iniziano i messaggi, le adesioni, le richieste........... fermi tutti....dobbiamo organizzare qualcosa che coinvolgerà anche estranei, urge un incontro.

Questo avviene a....Pescara, calorosa accoglienza di Maurizio, dal Nord al Sud ci siamo messi in viaggio con moto ed auto per incontrarci, costruire le fondamenta di una buona riuscita, per dare modo a tutti di partecipare a qualcosa che deve restare indelebile nelle menti e nel cuore.

"L'incontro con altri Guzzisti, conosciuti e non, che possano trascorrere tre giorni in compagnia in un viaggio che altri tanto tempo fa hanno fatto e che noi fino ad ora abbiano rivissuto solo nelle interviste o nelle rievocazioni lette sui giornali di settore"

Ma questo é nostro e lo facciamo per rendere onore ai vecchi Campioni, a quelle persone che con tanta passione e sacrificio hanno contribuito ad insegnare a noi ".. che un viaggio in moto é "Vivere la libertà della passione” non c'é stanchezza, sonno, pioggia o sole, la bellezza delle due ruote é appagante ed al termine ciò che si é fatto é diventato parte di noi, un pezzo in più nel nostro corpo che non si staccherà mai.

Con questo spirito e senza nulla pretendere in termini di guadagno si passa l'inverno ad organizzare, incontrarsi, girovagare nel freddo per "Testare" i percorsi, ore al PC per elaborare immagini, inviare e-mail ed inviti, far arrivare la notizia ovunque.

E la notizia arriva, iscritti e non iscritti alle liste, al momento dell'apertura delle iscrizioni iniziano a mandare le loro adesioni, richieste d'informazioni arrivano da ogni dove, padri e figli, mariti e mogli, gruppi di appassionati, vogliono partecipare, qualche difficoltà iniziale ma l'impegno preso porta tutti a far si che nessuno resti fuori o "Abbandonato", la coesione creata é più solida di qualsiasi forza molecolare, tutto procede bene.

 

Il Giorno prima

...............Finalmente si parte, fervono i preparativi, si spolvera l'abbigliamento tecnico dei lunghi viaggi,...."porc !!!!.... quest'anno il Natale mi é costato caro, il pantalone da pioggia non mi entra più, devo comprarne uno nuovo...." ".....ma dove avrò messo quelle calotte che mi riparavano le scarpe........va bé il Nastro SuperAmerica andrà bene....(che ne pensi GB ....lo brevettiamo per le scarpe?)" e via così , si prendono gli appuntamenti, bisogna essere a Mandello alle 19.00, da ogni parte in gruppo o singoli ci si organizza per non mancare, C'é la cena e vi parteciperanno anche persone che non partiranno ma che hanno voluto comunque....esserci, per dire "..non potrò venire ma é come se fossi con voi in quest'impresa..."

 

Entro nel personale

Non vedo l'ora di partire, la mia Guzzi 850 GT rimessa a nuovo dal mitico Marcello scalpita all'idea di affrontare un nuovo viaggio ed io scalpito più di lei, la mattinata la impiego nel preparare i bagagli, il giorno prima non ho potuto per impegni con la famiglia, mancherò 5 giorni e quindi ho dedicato tutto il giorno ai miei figli.

Ora tutto é pronto, sono le 12.00, al massimo alle 16.00 sono a Mandello, parto, lungo la strada penso esclusivamente al giorno dopo, alla partenza a che meraviglia sarà vedersi con tutti ed iniziare quel meraviglioso viaggio tanto pensato per tutto l'inverno.

Arrivo a Mandello, vado in albergo e subito in Fabbrica, il tempo di fermarmi davanti al cancello per vedere chi c'é e rispondere ai saluti che inizia un'incessante pioggia torrenziale, in 30 secondi sono già fradicio, porto la moto all'interno, al punto d'accoglienza per scaricare i Road Book e piazzo la moto sotto l'enorme cartellone di Sean Connery, la lascio lì per tutta la serata, fa bella figura e sembra richiamare i passanti ".....guardate qui si fabbrica la storia, qui i sogni diventano realtà...".

Finalmente posso salutare tutti, Alberto, Andrea, Mario e Fabio e tutti quelli conosciuti e non.

Dei Falchi Lanari solo Vito Sivilli é presente, come mai? Lui é venuto prima e da solo per altri impegni ma gli altri tardano un pò troppo, siamo tutti un pò preoccupati, tentiamo dei contatti telefonici, Mario continua a fare numeri e chiamate ma non riesce a contattare nessuno, solo per un attimo prende la comunicazione con Paolo, riceve una sgridata e poi....arrivano verso le 18,30 - 19,00, colpa del traffico, solito della tangenziale di Milano.

Intanto nell'attesa noi avevamo avuto modo d'iscriverci e di fare un "Aperitivo" con salatini e l'immancabile Bonarda.

Gli arrivi si susseguono, saluti, scambi di baci, la visita al museo ed al negozio Guzzi, nessuno vuole abbandonare questo momento di gioia e festa.

L'ora della cena si avvicina e ripetuti appelli vengono lanciati affinché ci si appresti a salire nella mensa della Fabbrica, ma la voglia di scambiare quattro chiacchiere, con chi non si vede da tanto o con chi si é conosciuto solo tramite messaggi internettiani, é tanta e gli appelli cadono nel vuoto.

Finalmente ci si appresta alla mensa, si salgono le scale e si fa la fila per prendere la cena, mi ricorda il militare o la mensa della ferrovia, mi sento a casa.

Mi siedo al tavolo dei Falchi Lanari, dopo tanti mesi (9) a scambiarsi messaggi, confrontarsi su cosa fosse meglio fare o non fare mi fa sentire uno di loro a pieno titolo, noto che la cosa é reciproca e ne sono felicissimo, alcuni li conosco già, altri li conosco la sera stessa, si scherza con Cicciovolante sui Pizzoccheri e la Pasta al forno, alla mia destra c'é Luisa, si fanno battute sulla difficoltà dell'itinerario e sulla "resistenza" per la lunga cavalcata che ci apprestiamo a compiere.

Luisa sembra incerta sulla sua completa partecipazione, e sentenzia "..se non ce la faccio arrivati a Modena vado a casa", ma si denota già una forza non indifferente, ce la farà eccome se ce la farà.

Cicciovolante riceve, inaspettatamente, un omaggio da Agostini Duilio, un libro sulla "Milano - Taranto" firmato e con dedica, é molto bello quello che é stato fatto, indipendentemente da come si svolgeranno le cose, la forza di un'idea, di un desiderio, vanno premiati e questo é stato il più bel premio.

La cena volge al termine, fuori la pioggia non accenna a diminuire, é costante, insistente e fitta, accidenti le previsioni sembra che ci abbiano azzeccato questa volta.

C'é in programma di andare al Club Guzzi di Mandello, dal nostro amico Stefano, ci ha invitato per una birra, non so perché mi intrattengo più del dovuto, forse per mettere a punto gli ultimi dettagli o per continuare a fare quattro chiacchiere con chi non vedevo da tanto, fatto sta che quando é il momento di lasciare la fabbrica non so più se gli altri sono andati in albergo o al club, la pioggia é incessante.

Opto per l'albergo, anche perché sono stanco e l'indomani dovrò portare una moto che non ho mai guidato, infatti partirò e terrò per due giorni una California EV Touring su cui si devono testare dei pezzi nuovi, niente di particolare, ma la moto deve fare diverse centinaia di KM e visto che io avevo espresso il desiderio di provarla eccola pronta "..tieni é tua per mille KM", quella moto diventerà mia veramente dopo circa 50 giorni, si perché ho anche espresso il desiderio di acquistarla e mi é stata venduta.

 

1° Giorno

 

L'appuntamento é alle 8.30 davanti la Fabbrica, vado li alle 8.00 perché devo caricare la mia 850 GT sul furgone Guzzi e prendere la California, il tempo vola tra i cartoni dei Gadgets da caricare e le iscrizioni della mattina, le ore 9.00 sono già quasi scoccate, la pioggia continua incessante.

Mi appresto fuori la fabbrica, indosso il gilè arancione dello Staff, decidiamo che sia io a fare da prima staffetta, il gruppo dei Falchi verrà con me e gli altri a ruota dietro con le altre staffette, Enrico, Alberto, Tommaso e tutti quelli esperti della zona.

Il piazzale antistante la Fabbrica é un turbinio di fari, moto e motociclisti pronti a muovere per la partenza del !° Raid Nord Sud, é uno spettacolo impressionante, la pioggia rende tutto molto caotico ma la determinazione e l'educazione dei partecipanti non recano alcun disturbo alla normale vita mattiniera di Mandello.

Siamo pronti, la pioggia é incessante, sono in testa, un cenno di Enrico e via si parte, il traffico é stato momentaneamente fermato, imbocco la SS36 direzione Milano, mi aspetto di vedere dietro di me una decina di moto, invece con grande stupore noto una fila interminabile di fari, ordinatamente in fila indiana, é bellissimo si procede all'unisono, come se fossimo legati da un filo invisibile, sorpassi, ingorghi, vengono tutti effettuati nella più completa correttezza e senza spezzamenti del gruppo.

La fila interminabile di fari mi fa quasi da guida, nonostante siano dietro di me, si procede, neanche il cronico ingorgo di Viale Lombardia a Monza ci divide, nel pieno rispetto del Codice della Strada avanziamo nella fila perenne di macchine e camion ed imbocchiamo la tangenziale Nord di Milano, anche qui alcune code ed ingorghi, sempre nel pieno rispetto del CdC avanziamo ed imbocchiamo la Tangenziale Est fino allo svincolo per la Paullese.

Preso lo svincolo ed imboccata la Statale per Crema, guardo negli specchietti e noto che mentre la testa é ormai in rettilineo ben oltre la fine dello svincolo, i fari delle moto che seguono sono ancora sullo svincolo, la linea dei fari é continua, procediamo uniti e senza problemi, é bellissimo.

La pioggia continua, non ha mai smesso, procediamo, Crema, andiamo oltre, il traffico locale é accettabile e la nostra andatura tranquilla, qualcuno della zona o che conosce bene i posti mi consiglia, contrariamente a quanto io ho segnalato sul Road Book, di fermarci al primo distributore Agip sulla sinistra in prossimità di Cremona.

Arrivato in prossimità del distributore guardo negli specchietti, vedo la solita fila interminabile, davanti  a me non c'é nessun gruppo, decido di fermarmi al distributore , anche se non é quello segnato sul Road Book, tanto se eventualmente qualche gruppo si é staccato, arrivando ci vede e si ferma, infatti dopo circa cinque minuti arriva un gruppo che era rimasto bloccato dal traffico e vedendoci si ferma anch'esso al distributore.

Sembra che la pioggia ci dia una tregua, non piove più, la sosta si prolunga, ma ci vuole, é il primo tratto, fatto interamente sotto la pioggia, 146 km, ci vuole un pò di riposo, un caffè ed i servizi igienici.

I preziosi consigli di Ermanno si sono rivelati utili, ed anche i successivi, cioè non fare la tangenziale sud di Cremona ma la nord, per lavori.

Valerio Cottini ci deve purtroppo abbandonare per l'incessante dolore  al dito fratturato e riabilitato in breve tempo, si deve riposare ed insieme ad Alberto Lava prendono l'autostrada per Firenze, ci aspetteranno al punto d'arrivo del primo giorno, cioè al Convento di S. Detole.

Si riparte, la pioggia sembra essere lontana, il cielo é quasi limpido ma si respira quell'aria fresca tipica del dopo temporale, alcuni partecipanti, esperti della zona, assumono il comando della colonna, si fa la circonvallazione nord e si arriva all'imbocco della statale per CasalMaggiore, si prosegue, svincoli, rampe purtroppo prendendo una rampa, vedo sotto di noi un gruppo proseguire dritto, pazienza, ci ricongiungeremo al posto ristoro.

Proseguiamo in direzione Casalmaggiore, ad un certo punto eccoli....i Carabinieri...paletta ed ALT, il Maresciallo ci ferma, diligentemente accostiamo, sarà la solita routine o la curiosità di conoscere questi "Motociclisti in tenuta arancione", invece il Maresciallo con aria preoccupata ci chiede dove siamo diretti e ci racconta che poco prima erano passati un Magistrato di Milano ed un Avvocato, che cercavano un gruppo diretto a Firenze, la cosa ci lascia perplessi, perché mai la Magistratura di Milano ci cerca? é forse successo qualcosa?

Poi il Maresciallo ci dice che erano anch'essi in moto, allora ci tranquillizziamo, forse sono dei partecipanti che si sono persi, gentilmente il Maresciallo si complimenta per il nostro viaggio e ci fa la "paternale" poi ci indica una scorciatoia per raggiungere Parma in tranquillità.

Ci salutiamo, ci fa gli auguri e ripartiamo, appena siamo tutti in marcia vedo sbucare dalla coda della colonna l'auto blu e bianca dei Carabinieri, inizia il sorpasso della colonna, cosa c'é ancora? però sembra voglia farci una specie di scorta, ed infatti così é, si porta in testa e ci scorta fino alla deviazione che ci aveva indicato, si ferma al centro della rotonda e mentre noi sfiliamo girando a destra ci saluta amichevolmente.

Queste cose ti riempiono il cuore di serenità, alla fin fine c'é sempre del bene in ognuno di noi.

Proseguiamo secondo le indicazioni del Maresciallo, la strada é sgombra, il paesaggio é tipico della pianura, Pioppi, campi di mais e....tranquillità.

La nostra direzione é Parma e la raggiungiamo abbastanza in fretta senza problemi, prima d'imboccare la tangenziale, alcune indicazioni sono fuorvianti, ",SS9 Bologna" verso destra, ...e no! se ho Parma di fronte la via Emilia é a sinistra, ed infatti così é, dopo circa trecento metri di strada tra lavori in corso e deviazioni imbocchiamo la tangenziale di Parma diretti verso Bologna.

Lasciamo andare le moto, devono sgranchirsi le .....ruote, non c'é traffico e ci concediamo un pò di "trasgressione", la tangenziale s'imbocca alla via Emilia con un semaforo e noi, diligentemente, riprendiamo il nostro andare placido e tranquillo in fila indiana,

Mentre oltrepassiamo un distributore un motociclista a grandi gesti ci saluta, é Alberto Franchi, lo vedo infilarsi il casco e inizio a rallentare per dar modo a lui di raggiungere la testa, sarà lui che ci dovrà condurre al posto ristoro di Scandiano e poi in prossimità di Bologna, ci raggiunge in pochi attimi e si mette subito in testa alla colonna per fare strada.

A S. Ilario deviazione a destra e ....mi lascio sorpassare, ora é Alberto Franchi che conduce.

Abbandoniamo così la pianura ed iniziamo a percorrere la pedecollinare parallelamente alla SS9 in direzione Scandiano.

La strada... dolcemente, serpeggia tra case, campi e boschetti, il gruppo si sgrana, finalmente un pò di....pieghe, per gli amanti del genere, a me invece piace osservare il panorama e poi odio le curve, man mano che i gruppetti mi sorpassano vedo la gioia sprizzare dalle tute e dai caschi, mi pare di sentire anche gridolini del tipo IUHHH!!!!  VAI!!!! come il vociare confuso che si sente in lontananza nei parchi dove giocano i bambini, le velocità sono comunque nei limiti previsti ma la mia si aggira sui 50/60 km così ci ritroviamo in 5/6 moto a procedere dolcemente.

Ad un semaforo un motociclista si sbraccia e ci indica di svoltare a sinistra, é Alberto, siamo arrivati a Scandiano e come da percorso a sinistra c'é il distributore e subito a destra La Rocca, punto di ristoro organizzato da Cocconcelli.

Pieno e...sosta, alcuni sono già arrivati, gli altri, il resto del gruppo arriverà nel giro di dieci minuti.

Posto fantastico, con tanto di ponte sul fossato ed il tavolo del rinfresco é proprio lì all'ingresso, un vaso di Pandora, finito un vassoio ecco pronto un'altro, rustici, pizze e tutto quanto possa rifocillarci in modo abbondante ma sobrio e leggero.

Il tempo oramai volge al bello, cielo azzurro e nuvole bianche rade, quelle grigie sono dietro di noi, anche l'aria oramai é tiepida.

In molti ci cambiamo fin dalla canottiera per metterci indumenti asciutti e dopo aver svolto tutte le operazioni che il corpo pretende, compreso caffè e sigarette, eccoci pronti, in sella, motori rombanti in attesa del via.

Si aspetta solo un cenno di Alberto sulla sua Cali nera e oro...eccolo, all'unisono 50 moto muovono in avanti ed ordinatamente si incolonnano pronte ad affrontare la seconda metà della tappa.

Ora si viaggia sulle strade Emiliane tra l'Appennino e la Pianura Emiliana, strade dritte, costeggiate da alberi come un'enorme tunnel in mezzo a campi coltivati, si arriva in prossimità di Anzola, qui Alberto ci lascia e torno a condurre io, il gruppo é sempre stato unito, si imbocca la superstrada per Casalecchio/Porretta ed arrivati all'imbocco della Porrettana lo scenario é allucinante.

La rotonda é invasa dalle macchine, il traffico del venerdì di Bologna e dintorni, ovunque cada l'occhio si vedono solo macchine in coda ed incastrate senza via di scampo, ci incanaliamo e riusciamo a raggiungere il distributore previsto, arrivati tutti non c'é più un centimetro libero.

Lentamente e non senza fatica, tra automobilisti esauriti e benzinaio imbambolato, riusciamo a completare l'operazione del rifornimento.

Ci prepariamo alla partenza, l'impresa sembra ardua, la coda delle macchine é interminabile, ci vuole un'azione precisa e veloce come un chirurgo con il suo bisturi, OK pronti, al via tutti in strada, ed é ancora una volta Enrico e Gianfranco che ci creano il varco, in un attimo siamo tutti sulla strada, ma la coda si prolunga per almeno 5 km, lentamente uno dietro l'altro costeggiando le macchine ferme disperatamente in coda agli interminabili semafori della Porrettana riusciamo ad arrivare a Sasso Marconi, finalmente la deviazione per Monzuno.

Sono in testa perché sono la staffetta di quel pezzo di strada, fino alla Futa e come sorte vuole, dopo aver preso la deviazione per Monzuno al primo semaforo parto e...troppo in fretta...si spegne la moto, non riesco a trovare il folle per riaccenderla, intanto mi sfilano di fianco tutti i partecipanti e qualche automobilista impaziente mi "strombazza", finalmente riparto e facendo ruggire il motore riconquisto la testa del gruppo dopo un paio di chilometri, di li a poco c'é una deviazione da non perdere altrimenti si segue un fondovalle sconosciuto.

Fortunatamente riconquisto la testa prima della deviazione e tutto va per il meglio escluso per Luisa, che probabilmente un pò arretrata prosegue dritta, sola e sperduta, convinta che davanti ci siano i mille cavalieri indomiti, proseguirà sola valicando l'Appennino con una terribile figura sinistra di nuvole nere che la inseguivano alla velocità del vento, fortunatamente più lento della sua Nevada e del suo spirito motociclistico.

Noi proseguiamo sulla retta via, per modo di dire perché ora iniziano le stupende curve degli Appennini con i suoi paesaggi mozzafiato, attraversiamo boschi ed a sprazzi vediamo vallate e montagne.

Arriviamo a Monzuno e sfiliamo davanti al bar centrale sotto gli occhi degli anziani, ma anche dei giovani, la nostra direzione ora é Loiano, appena fuori da Monzuno la strada si inclina verso il basso dando quasi un senso di vertigine, dritta per circa 600 mt. poi iniziano le splendide curve e tornanti che ci portano al fondovalle.

La vista é mozzafiato, a destra la parete dell'Appennino, ora coltivata ora rocciosa ed a sinistra lo stupendo fondovalle del Savena, l'occhio arriva a vedere fin quasi la statale della Futa al di là della valle in cima alla collina.

I cavalli ricominciano a scalpitare, mi faccio da parte e dico al primo che mi sorpassa " dritto fino al ponte sul Savena poi di fronte in direzione Loiano ed in cima a destra per SS 65 Futa" accenna con la testa e via seguito da un'interminabile fila di V11 poi California e tutti gli altri, li seguo con lo sguardo, in fila uno dietro l'altro seguono un binario invisibile, stessa traiettoria, stessa piega, stessa inclinazione come una lunga lama elicoidale che si insinua in quel paesaggio da libro d'avventura e sento di nuovo quei gridolini da parco di bimbi. Arrivo in fondo e vedo tutti fermi sul ponte, indecisi sulla direzione da prendere, li sprono e dico "forza, dritti, seguite Loiano, sempre dritti a salire" ripartono e spariscono tra i tornanti, io procedo alla mia folle velocità di 30 km l'ora e mi ritrovo il furgone Guzzi attaccato alla ruota, mi dispiace ma la mia velocità é questa, lui resta pazientemente dietro con i due Stefani, forse a maledirmi e tra i 30 ed i 50 tra un tornante e l'altro arriviamo in cima alla Futa.

Davanti al bar la distesa di moto parcheggiate ha occupato tutto il piazzale e motociclisti impazziti girano vorticosamente fotografando gli stupendi panorami e chiaramente non può mancare la foto di gruppo. la prima del tragitto.

Apprendiamo che Luisa é su una strada diversa, il contatto lo ha stabilito CiccioVolante, si accordano sul trovarci al distributore Tamoil quando lasceremo la Futa.

Gli indomiti motociclisti sono estasiati di quanto fatto fin'ora, si riparte e dolcemente godendoci la strada in discesa arriviamo al distributore Tamoil dove ad attenderci c'e Alberto Lava che ci dovrà guidare fino a DIcomano, posto d'arrivo del primo giorno.

CiccioV, ricontatta Luisa che ancora non arriva e mentre seguo la conversazione telefonica vedo un insolito movimento di motociclisti e moto, qualcuno già pronto ha pensato bene di rimontare in sella e portarsi fuori dal distributore, lentamente altri li seguono, faccio per gridare loro di aspettare e cerco Alberto Lava con gli occhi, lo vedo inforcare la moto e partire portandosi in testa, si abbiamo il Road Book, ma seguire uno che sa già la strada sarebbe meglio, inforco anche io il Cali EV, grido qualcosa del tipo "...tento di fermarli", molti devono ancora fare il pieno e parto.

Il motore del Cali ruggisce ed in uscita dal distributore sgommo con mio grande spavento, ma sono ancora in sella, controllo e mi lancio all'inseguimento, il paese, i semafori non mi aiutano, lampeggio, suono ma niente, finalmente ad un semaforo li raggiungo, appena in testa...verde..faccio segno ad Alberto di fermarsi ma non ci intendiamo, così loro proseguono ed io mi fermo, penso che torno indietro a recuperare gli altri e proseguiremo con il Road Book, il tempo di tentare un'inversione che vedo tutti gli altri fermi al semaforo, evidentemente hanno visto una parte di gruppo partire e sono partiti anche loro, solo che non hanno fatto benzina, come me.

Appena ripartono e mi sono dietro riparto anch'io e proseguiamo nella direzione in cui é andato il gruppo di Alberto, inizia a farsi buio ma la strada non presenta deviazioni, quindi proseguiamo tranquilli, veramente quelli tranquilli sono quelli che mi seguono, perché io non sono tanto tranquillo, procedo ma non so se la strada é giusta, mi ricordo che sul Road Book c'erano molte descrizioni dettagliate su deviazioni ed incroci ma io procedo senza Road Book, l'itinerario lo conosco a memoria, unico neo i luoghi d'arrivo, in particolare Dicomano che non sono riuscito a trovarlo sulle mappe di Autoroute, quindi la descrizione sul Road Book é quella fatta da Antonio di Vita e Valerio.

Comunque proseguiamo fino ad un paese dove ci arrestiamo perché non troviamo nessuna indicazione per Dicomano, proviamo a chiedere informazioni a qualche passante, ma sembra che Dicomano non faccia parte di quelle terre o perlomeno della loro conoscenza.

Però un momento, il Road Book dice di svoltare a destra da qualche parte ma non riusciamo a trovare la parte giusta, l'unico punto dove svoltare é in prossimità di un bar lì nella piazza del paese, poi un lampo, con noi c'é Vito Sivilli ed ha il GPS ci affidiamo alla tecnologia e seguiamo Vito....giro della piazza e rieccoci al punto di partenza, responso del GPS "...ricalcolo itinerario" OK lasciamo stare la tecnologia e prendiamo per il bar, poco dopo il passaggio a livello indicato dalle istruzioni, bene sembra che siamo sulla strada giusta, proseguiamo fino ad un paese, a questo punto telefono a Valerio e chiedo aiuto, con grande sorpresa scopro che siamo a Dicomano, un pò più avanti oltre il ponte deviazione a sinistra, salita e siamo arrivati, dopo il ponte c'é Rinaz che ci indicherà la strada, ricordo vagamente Rinaz, conosciuto a Piombino all'incontro organizzato da Bruno "Motovelista", bella giornata, e poi é buio, proseguo speranzoso e dietro di me quelli che si sono fidati a seguirmi, dopo il fatidico ponte ecco...un omone, giacca sbottonata e grandi gesti, piantato al centro della strada, incurante del traffico locale ci indica la strada giusta "...a sinistra poi a sinistra ed alla piazzetta a destra in salita, guardate in alto é quella costruzione illuminata" sembra un poliziotto delle affollate e caotiche strade di New York, piantato lì in mezzo all'incrocio a dare ordini agli automobilisti, viso stravolto ma bonario, sta facendo il suo dovere.

Finalmente le indicazioni ci portano al punto di pernottamento, entriamo nel cortile del convento, bel posto, alcune moto sono già parcheggiate, ci vengono incontro volti noti e non, ci accolgono, é veramente piacevole, sono circa le 19.00 19.30, circa un'ora e trenta di ritardo sul previsto, ma tanto non abbiamo incontri di rappresentanza od altro. solo la cena alle 21.00.

Parcheggio la moto ed inizio a salutare quelli già presenti, Valerio, Antonio, Alberto, chiedo dov'é la reception per assicurarmi del pernotto, mi dicono che sono con Ermanno e che la chiave della camera ce l'ha lui, mi tranquillizzo, non mi va di andare in camera, voglio "ubriacarmi" di saluti e baci, ed infatti vago tra il cortile ed i corridoi del piano terra del convento salutando chiunque incontro, ci sono anche alcuni partecipanti che faranno la tappa del secondo giorno, altri arriveranno la mattina dopo, c'é anche Daniele, che un infortunio dell'ultimo momento lo ha costretto a rinunciare al Raid, Daniele ha testato per ben due volte tutto il percorso da Milano a Bari, ed ha collaborato alla stesura del Road Book, il non partecipare deve essere stato molto sofferto ma purtroppo di fronte alla realtà si può ben poco, comunque é con noi questa sera.

Non vedo Diego, forse veniva in macchina, tanto aveva già prenotato sia la cena che la camera, invece avrà rinunciato.

Incontro finalmente Michele "Randagio", il pisano, grandi abbracci, non so perché ma lo sento come un fratello lontano, quel fratello che ho perso nel '96, si parla, si scherza, si ride, non so....lo obbligo ad essere la staffetta di testa del giorno dopo, é prioritario cercare un distributore prima d'intraprendere il viaggio, il giorno dopo é il 1° Maggio, l'impresa sarà ardua, dopo aver saltato il rifornimento Tamoil di quella sera molti sono senza benzina.

Esploriamo i corridoi del convento in attesa della cena e dopo aver visto la grande tavolata posizionata nel corridoio dopo la reception, entriamo in una stanza attraverso una porticina, questa si rivela essere il refettorio del convento, anch'esso addobbato per la cena, ci sistemiamo qui, sotto la rappresentazione dell'ultima cena su panche di legno e tavoli di legno, antichi, bellissimo.

La cena trascorre tra ottime portate locali e buon vino, il gruppo dei Toscani é compatto e allegro ed alla fine della cena una lieta sorpresa, oltre l'omaggio della Madre Badessa del convento, che ci ha voluto omaggiare di rosari, apprendiamo che la Moto Guzzi ha offerto tre orologi di rappresentanza, dando la libera scelta dell'assegnazione ai Falchi Lanari, questi, nel più completo spirito altruistico e di egualità, hanno deciso che ogni sera, in occasione della cena, venga svolta una sorta di lotteria con estrazione, tra i gadgets da assegnare anche un orologio dei tre.

Bella iniziativa, la prima sera l'orologio viene vinto da un ...BMWista con BMW... segno del destino? cioè siamo tutti uguali, quando lo spirito che ci accomuna é quello, non ha importanza che "destriero" cavalchi, l'importante é che tu sia una persona degna di essere chiamato "MOTOCICLISTA".

Andrea é dovuto tornare indietro prima della cena, impegni con la fidanzata e la famiglia, anche l'amore fa fare di queste cose, altri torneranno indietro l'indomani, altri si aggiungeranno al nostro viaggio, intanto la serata, nottata, la proseguiamo discorrendo con Mario, Ermanno nel cortile incantevole del convento e con chi non ha voglia che quella fantastica giornata finisca, però il giorno dopo c'é da fare altrettanto sforzo e così vinti dalla ragione ci apprestiamo a qualche ora di riposo.

Ci sono delle persone che puntualmente si svegliano sempre allo stesso orario, io no, per questo Ermanno punta la sveglia del suo cellulare alle sette e mi dice "...non ti preoccupare per me, io mi sveglio da solo".

 

2° giorno

 

Al suonare della sveglia ci metto un pò a realizzare cosa fosse quel rumore fastidioso, poi balzo dal letto e mi precipito a spegnere il cellulare, armeggio un pò ed infine riesco a farlo tacere, mi assicuro che non ricominci a suonare, guardo Ermanno, dorme, bene vado in bagno.

Le cene con gli amici, il buon vino, le sigarette ed il poco riposo ti fanno sempre svegliare con la testa che vaga dalla parte opposta al corpo, la lingua impastata e gli occhi talmente socchiusi che sembra di vedere il mondo da una feritoia, appena in bagno apro la piccola finestra per respirare un pò d'aria fresca e....é meraviglioso quello che vedo, il frutteto, le vigne e tutta la campagna circostante sono coperti da una nebbiolina bassa, di quelle che rasentano il terreno e si muovono come foulard di seta bianca sfiorando l'erba ed assumendo la stessa forma delle asperità del terreno, scivola via portandosi verso la cima della collina e dietro di lei i bagliori del primo mattino iniziano a colorare la natura, rendendola limpida e vivace.

Ammiro questo spettacolo....non é forse per questo che sono qui? Respiro boccate d'aria fresca, la giornata si preannuncia limpida.

Terminato di prepararmi e rifatte le borse, mi accingo a scendere per colazione, sono le 7.30 circa, Ermanno dorme, ha detto che si sarebbe svegliato da solo, però mi sa che mi conviene chiamarlo prima di scendere, mi accingo alla porta e sto per svegliare Ermanno quando lui si sveglia e chiede l'ora, gliela dico e lo vedo balzare dal letto, ..."perché non mi hai svegliato?" cerco di parlare ma lui "..accidenti é tardi, non farò in tempo a fare le mie cose" lo vedo fiondarsi in gabinetto e resto li sulla porta, provo a mormorare qualcosa, ma lo sento ancora parlare, meglio che vada, ne riparleremo dopo e scendo a fare colazione.

Latte, caffè tanto, pane burro e marmellata ed altro caffè, non riesco ad andare oltre, esco fuori e fervono già i preparativi sia di chi ci lascia, coloro che hanno partecipato solo al primo giorno e sia da parte di chi si accinge a partecipare anche al secondo giorno.

Ci sono anche i nuovi partecipanti, il furgone Guzzi che porta i gadgets ed i moduli d'iscrizione apre le porte "...venghino signori venghino, in fretta che si parte", i Falchi distribuisco i gadgets ai nuovi partecipanti ed intanto il resto si prepara alla partenza.

Con Michele mi porto fuori dal convento per essere le staffette di testa per quel primo tratto, dobbiamo assolutamente trovare un distributore, d’accordo con i Falchi si parte come il giorno prima, le staffette di testa ed i falchi dietro, poi le altre staffette inframmezzate tra i partecipanti, si attende il via.

Molti non indossano le tute antipioggia, il tempo sembra buono, ma qualcuno provvede a ripararsi almeno i piedi, ed ecco così che nasce il nuovo stivaletto da pioggia modello "Raid" - sovrascarpa in puro "Scotch America" suola compresa, pare che l'esperimento sia riuscito alla perfezione, piedi asciutti e caldi.

Eccoci pronti, motori rombanti al minimo in attesa di un cenno "pronti...VIA" giù per la discesa, rotonda ed eccoci di nuovo in marcia per questa meravigliosa esperienza indimenticabile, ricordo a Michele di fermarci al primo distributore utile, mi fa cenno di si con la testa....passiamo il primo distributore, solo due pompe, troppo piccolo, proseguiamo, secondo chiuso, terzo chiuso, quarto aperto, Michele prosegue, lo affianco e lo guardo, contraccambia lo sguardo e prosegue, quinto distributore aperto, Michele prosegue, "...porca miseria" penso perché non si ferma? Da dietro mi fanno cenno indicando il serbatoio, specialmente i V11. Semaforo rosso, mi affianco alzo la visiera e dico "...perché non ci fermiamo a far benzina" "molti ne hanno bisogno" si scusa dicendo che non pensava fosse così urgente, comunque lì d fronte a duecento metri c'era la rampa dell'autostrada e a due chilometri c'era l'area di servizio. OK sosta lì.

Così imbocchiamo l'autostrada e dopo due chilometri facciamo la sosta carburante, con la ...pancia piena si riparte più tranquilli e ...via, prossima sosta Siena, proseguiamo tranquilli, usciamo dall'autostrada ed imbocchiamo la superstrada per Siena, una due corsie per ogni senso di marcia che somiglia tanto alla E45, manto non tanto perfetto e lavori con conseguenti code ma i luoghi attraversati sono molto belli, peccato che bisogna far attenzione al traffico più che godersi lo spettacolo dei paesaggi.

Si arriva così in poco tempo alla seconda sosta carburante, area di servizio AGIP di Siena prima di lasciare la superstrada in direzione Viterbo.

Qui dovremmo incontrare due Senesi con cui avevo avuto uno scambio di e_mail circa la loro partecipazione, dandoci appuntamento lì per unirsi al gruppo, appena arrivo e posteggiata la moto mi guardo intorno per vedere se ci sono, non li conosco ma in qualche modo ci incontriamo subito, stretta di mano presentazione e saluto, sono Alessandro e Beatrice, ci hanno atteso per unirsi a noi, chiedo loro di quanto siamo in ritardo, "...un'ora circa" mi rispondono, mi scuso con loro ma mi dicono che ci avrebbero aspettato comunque perché "VOLEVANO PARTECIPARE A QUESTO GIRO", li accompagno al furgone Guzzi per il ritiro dei Gadgets, cerco uno dei Falchi per la consegna e contemporaneamente apprendo che Tommaso ha delle noie alla moto e per cui necessita di interventi tecnici, mi allontano per andare a prendere un caffè...ed il resto, riesco a fare solo il...resto, per il caffè purtroppo manca l'acqua ed il bar non può servire caffè.

Torno fuori sconsolato, sono un "caffeinomane" e reincontro Alessandro e Beatrice, hanno ricevuto tutto, gli illustro a grandi linee il road book e tutto l'itinerario, sono felicissimi e l'accoglienza ricevuta li fa entrare subito in sintonia con tutti noi.

Dopo la delusione del caffè si prosegue direzione Lago di Bolsena - Viterbo, ora si lascia la superstrada ma le indicazioni sono abbastanza sicure, non si può sbagliare, mi gusto la passeggiata, mi faccio sorpassare, é competenza dei Toscani ormai fare da staffetta, io mi gusto il panorama come al solito e lascio che sia la moto a fare l'andatura, mi ritrovo come al solito per ultimo ma non mi dispiace, con me c'é Michele, poi lui allunga ed io non riesco a stargli dietro, ma come diavolo fa a fare le curve senza piegare? sembra che segua un binario invisibile ed é sempre un crescendo, scorre liscio e limpido e...non lo vedi più, boh !! sarò io imbranato o lui troppo bravo? comunque proseguo nel mio placido andare da "motopasseggiata", non ci sono problemi, la strada é questa e non ci sono deviazioni.

Mi gusto tutto il paesaggio, immagazzinandolo nella mia mente come risucchiandolo e focalizzando tutti i particolari che vedo.

Ad un certo punto, sulla sinistra un distributore, tutte le moto sono ferme lì, mi fermo anche io, chiedo come mai dato che la sosta carburante é prevista prima di Viterbo "...sosta caffè" mi rispondono, giusto, dico, a quanto pare non sono l'unico caffeinomane del gruppo, così mi accingo anche io alla mia breve sosta caffè, mentre mi metto comodo arriva Michele, ma non era davanti? Mi dice che é passato a trovare un amico visto che era di strada, ci prendiamo il tanto sospirato caffè mentre tutto il gruppo riprende la marcia verso Viterbo, ...andate non preoccupatevi, vi raggiungiamo, così rimasti soli ci gustiamo il nostro caffè ed io anche una sigaretta, poi ci avviamo anche noi.

Michele tenta di fare l'andatura, o meglio, lui fa l'andatura ma io non riesco a stargli dietro, lo vedo allungare fino a sparire dalla mia vista, non voglio essere di intralcio a nessuno, ha fatto bene ad andare, io ho la mia andatura e me la gusto tutta, di li a poco i paesaggi che vedo e la strada che percorro mi riempiono di gioia, strada tranquilla, curve dolci, paesaggi magnifici.

La strada si porta verso la collina ma in modo così dolce da non accorgermi neanche che sto salendo, vedo alla mia destra la pianura ed in lontananza il lago, grigio scuro, per la presenza di brutte nubi scure, ma sembra che vadano verso Est, spero non piova, proseguo, il paesaggio e la strada mi affascinano, ad un certo punto mi sembra di aver già percorso quella strada, si ora ricordo, Irlanda, strada sul culmine di una collina, ai lati la campagna, sembra il giardino ben curato di un villino, che degrada dolcemente verso la pianura sottostante, il lago ora si vede meglio ed é sempre più scuro, infatti le nubi sono sempre più nere, le prime gocce, inizia il solito tormento, mi metto i panni della pioggia o aspetto? smette di gocciolare pioggia, bene sembra che le nubi si allontanano, ricomincia, é una pioggerella fine, un chilometro di pioggerella poi smette, accidenti cosa faccio, mi vesto o no? Proseguo, la pioggerella si trasforma in goccioloni, però sembra che siano goccioloni di un temporale già finito talmente sono radi, poi si infittiscono, sempre più, ancora più forte, ok basta mi vesto, accosto in uno spiazzo e prendo i panni della pioggia, mentre mi sto per infilare i pantaloni eccolo che arriva, Michele, ma come diavolo... era davanti a me perché poi é sempre dietro?, quando l'ho sorpassato?, come?, mi dice, non mi hai visto che ero fermo sotto un casolare a mettermi la tuta da pioggia? NO !! certe volte sembra che mi prenda in giro, ma comprendo che comunque, in tutto questo tempo, io ho viaggiato da solo ma lui non mi ha perso di vista un attimo. Che dire, sono confuso, finisco di vestirmi e ripartiamo, ora la pioggia é veramente forte, gocce grosse e visibilità ridottissima,siamo ad Acquapendente, un nome un programma, a parte gli scherzi peccato stia piovendo, il paese sembra bello, ma bisogna fare attenzione alla strada ed alla pioggia che ci perseguiterà abbondante fino ai limiti della normale visibilità per molta strada, mi alterno con Michele a fare strada, un pò lui un pò io, questa volta restiamo uniti e proseguiamo, costeggiamo il lago, peccato per la pioggia, arriviamo a Montefiascone e sembra che finalmente la pioggia ci lasci, proseguiamo ora un pò più spediti, la pioggia ci ha rallentato molto, finalmente arriviamo a Vetralla, punto ristoro dal concessionario Guzzi "SI GI MOTO", fatichiamo un pò per trovare il concessionario, complice alcune piccole lacune sul Road Book, ma ci arriviamo lo stesso, complice il sempre pronto Valerio a rispondere alle mie richieste di aiuto telefoniche.

Bel concessionario, elegante, ha predisposto un piccolo rinfresco, ma non contento ha ordinato anche dei panini con cotoletta che stanno per arrivare.

Giusto in tempo, intanto tra i partecipanti ci si inizia a domandare se é meglio proseguire per Roma o andare verso Orte e prendere l'autostrada per Caserta, il tutto é dovuto al fatto che oggi 1° maggio a Roma c'é il concerto di Piazza S. Giovanni e solitamente il traffico impazzisce e le strade si intasano, alcune vengono chiuse totalmente, e dato che noi siamo in leggero ritardo il dubbio di restare bloccati a Roma é forte.

Si formano inevitabilmente due gruppi, ognuno é libero di fare la strada che crede, ma i dubbi sono più che altro pioggia, traffico, quanto tempo per Caserta? i ripensamenti si susseguono, ora verso Roma ora verso Orte, io ho preso la mia decisione, dritto verso Orte ed autostrada fino Caserta, con me verranno Michele e Riccardo con fidanzata, gli altri tutti verso Roma, non c'é pericolo di perdersi, noi seguiamo l'autostrada, loro hanno le staffette toscane, si parte, Ciccio Volante ci ha anticipato andando anche lui verso Orte.

Mentre passiamo sulla tangenziale di Viterbo notiamo ai margini della strada dei grandi chicchi bianchi, grandine, accidenti, sono grossi come nocelle, di li a poco riecco il violento temporale, visibilità ridottissima, imbocchiamo l'autostrada, Riccardo fa segno che deve far rifornimento, avviso Michele, viaggiamo circa a 120 e la pioggia continua incessante, saltiamo il primo distributore, al successivo facciamo più attenzione e ci fermiamo, purtroppo Michele era circa 500 metri avanti a noi e non ha visto la nostra deviazione, ho cercato di lampeggiare, ma la pioggia era incessante e credo che facesse più attenzione a guardare avanti che indietro.

Pieno e via, ancora pioggia fino alla deviazione per l'A1, poi lentamente la pioggia cessa, anche la temperatura inizia ad alzarsi, il cielo diventa limpido e l'aria calda, le nubi nere sono dietro di noi, le vedo negli specchietti ma si allontanano, anzi siamo noi che ci allontaniamo da loro, subito dopo l'immissione del raccordo di Roma, alla prima area di servizio ci fermiamo, dobbiamo toglierci le tute da pioggia, fa troppo caldo e poi...sosta tecnica.

Mentre siamo fermi al distributore vedo sfrecciare un sostanzioso gruppo con gilè gialli ed arancione, sono gli altri, quelli che sono passati da Roma, bene significa che non sono rimasti imbottigliati, ci incontreremo più avanti.

Il viaggio in autostrada é monotono ma tranquillo, non c'é molto traffico e si riesce a tenere una buona andatura, complice un inizio di addormentamento alle parti posteriori e conseguente inizio di bruciore mi sembra di essere diventato un'equilibrista in groppa al suo cavallo, assumo tutte le possibili posizioni per alleviare il bruciore ma inutilmente, quindi decido di affrettare il viaggio, 150 fisso, mi dispiace per Riccardo, non so se mi seguirà. ma vedo che riesce a stare dietro benissimo, NON VEDO L'ORA DI ARRIVARE A CASERTA, mi mangio i chilometri uno ad uno e li conto come un militare di leva prossimo al congedo, mi manca solo di estrarre un coltello e fare le tacche sul serbatoio,....non lo farei mai. Nel lungo viaggio intravedo alcune volte MIchele, alcune volte ci sorpassa, altre lo vedo fermo sul ciglio dell'autostrada, spero non si sia arrabbiato per la sosta che noi abbiamo fatto.

Finalmente Caserta, il casello, all'uscita c'é già chi ci attende per farci da staffetta, "MotoClub Mascalzoni Campani", in bella mostra tutte le loro moto sul ciglio della strada, alcune veramente belle, storiche e tenute in maniera perfetta. Organizzatissimi, indossano già i gilè arancione dello staff e stanno attendendo l'arrivo dei partecipanti per scortarci attraverso quella che definirei la città più intasata di macchine che abbia mai visto.

Il casello d'uscita dell'autostrada é praticamente quasi in città, trecento metri dopo c'é già un semaforo con relativo ingorgo di autovetture, comunque prima di essere inghiottiti da quel turbinio di lamiere ammassate in ogni dove, ci fermiamo per attendere che la perfetta organizzazione del Moto club locale dei Mascalzoni Campani ci scorti dal concessionario "De Lucia Moto", prima però i saluti, le presentazioni, le strette di mano ed i complimenti.

Qualcuno é già arrivato, altri arrivano un pò alla volta, l'andatura dell'autostrada ha portato il gruppo a sgranarsi ma nel giro di 30 minuti siamo ormai così numerosi che urge iniziare a spostarsi ed é così che l'efficiente organizzazione dei Mascalzoni si mette in moto, il loro Presidente, per qualifica ma persona semplice e molto amichevole, inizia a chiamare a raccolta gli iscritti del club e con "ordini" perentori e precisi organizza uno staffettaggio cronometrico ed efficace per farci spostare e portarci dal concessionario.

Infatti in men che non si dica gruppi da dieci - dodici moto vengono immediatamente formati con a capo una staffetta che ci traghetterà in quel mare in tempesta che é il traffico impazzito e caotico di Caserta di quel sabato 1° maggio 2005, ogni strada, incrocio, vicolo o tangenziale é invasa da automobili incolonnate, procediamo in colonna fiancheggiando le auto ferme ma scalpitanti pronte a balzare appena si libera un metro di asfalto davanti al loro muso, lentamente ma costantemente procediamo senza intoppi guidati da motociclisti esperti e nel giro di venti minuti raggiungiamo il concessionario, i gruppi sono uno dietro l'altro ed in pochi minuti il parcheggio é pieno di moto e motociclisti festanti, stanchi ma vivaci per aver completato quella seconda giornata di viaggio, ebri di immagini che ancora scorrono nelle menti girovaghiamo sul piazzale del concessionario dandoci pacche sulle spalle e chiedendoci l'un l'altro "...come va?" "..tutto a posto?".

La foto é d'obbligo, e la nuova Nevada guidata da Antonio Idà é li in prima fila. Piccolo rinfresco per dissetarci e si attende che si formi una scorta di auto dei vigili e della protezione civile per portarci fino all'albergo, non lontano, li a circa un chilometro e mezzo, ma trovandosi sulla sinistra, la nostra inversione avrebbe potuto creare intralcio, per cui e stata richiesta la scorta.

In albergo piccola ressa alla reception per avere le stanze, sono di nuovo con Ermanno, siamo in due in una stanza matrimoniale, problemi? nessuno, unica accortezza svegliarlo quando suona la sveglia, ci ridiamo su ed andiamo a rinfrescarci in camera prima della cena.

 

3° giorno

 

Oggi devo abbandonare la California EV Touring PI per riprendere la mia 850GT, su mia espressa richiesta ho voluto portare la 850 GT per poter entrare a Foggia, mia città natale, con quella, é stata portata fin'ora sul furgone Guzzi al seguito, ora sul furgone ci andrà la California, bella moto, ne ero innamorato prima, ora lo sono ancor di più, altro abbandono é Michele, aveva deciso di fare solo il secondo giorno, tornerà indietro, ci salutiamo come fratelli dandoci appuntamento "...alla prossima". Fatta colazione procediamo allo scambio delle moto, l'accendo e parte al primo colpo, il suo rombo é altra musica, musica d'altri tempi, la faccio scaldare un pò e subito si forma un capannello di curiosi, domande, complimenti ed un biglietto da visita datomi da una persona che dice di avere tutti i pezzi originali per la mia moto, persona rivelatasi poi veritiera in quanto detentore di molti pezzi di ricambio per moto d'epoca.

Sarebbe mia intenzione anticipare la partenza per Foggia, vista la mia folle velocità sulle strade alpine, per arrivare in orario ed entrare in testa alla colonna come da mio desiderio espresso ai Falchi, ma tra una cosa e l'altra si parte tutti insieme, programma, incontro con Moto Club Aquile di Benevento per l'attraversamento della città, attraversamento della città di Benevento, sosta carburante e via verso Foggia, tutto procede come da programma, si attraversa Benevento che a quell'ora del mattino, 8,30 - 9,00, é ancora assopita ed i pochi passanti mattinieri, domenicali delle città del sud, si godono il passaggio di circa 60 rombanti Moto Guzzi, che con il loro borbottio a velocità di parata attraversano e si godono la vista della città.

Arrivo al distributore per la sosta carburante e sorpresa, piccolo "rinfresco - colazione" brioche e merendine, succhi di frutta e caffè, poi il pieno e tutti pronti per il via, gli amici di Benevento ci scorteranno fino a Foggia.

Si riparte, si esce da Benevento ed altra piccola sosta per attendere le altre staffette, bene ora ci siamo tutti, 90 chilometri e saremo a Foggia, una decina di tornanti e siamo sul crinale dell'Appennino, il gruppo si sgrana, come sempre in questi frangenti, i V11 impazienti di dondolarsi nelle curve si allontanano mentre i placidi California e Nevada si attardano turisticamente per godersi lo spettacolo. Procedo con un gruppo di moto che ama godersi il panorama delle campagne Campane, capo fila c'é un motociclista che continuamente gira la testa come uno spettatore ad una partita di tennis, un'occhiata alla strada ed un'occhiata al panorama, la campagna coltivata ora a frutteti, ora a vigneti o oliveti degrada verso la valle oppure si presenta a gradini, non si può perdere uno scenario simile, procediamo ammirando la varietà di paesaggi che si susseguono, la campagna, i vari gruppi che già transitano sui versanti opposti come piccole biscie che si rincorrono, dalle retrovie giungono i ...veterani, con le loro moto veramente d'epoca, rosse, rombanti e loro con pantaloni beige, maglione rosso con la grande scritta Moto Guzzi ed il caschetto a scodella, li vedo passare, mi faccio da parte e li ammiro, Falcone sport, GT 15, sono loro, sono quelli che percorrevano queste strade cinquant'anni fa, mi sembra di essere uno spettatore di quei tempi ed intanto loro sfrecciano lasciando nelle nostre orecchie quel suono acuto e rombante tanto amato ed atteso da chi pazientemente aspettava il passaggio dell'allora "Gara".

Continuiamo a goderci la nostra passeggiata e terminate le colline eccoci approdare alle distese pianeggianti del Tavoliere delle Puglie, oramai siamo nella provincia di Foggia, strade dritte che si perdono nel verde del grano ed in lontananza come un corollario di petali le ombre dell'Appennino appena lasciato.

Ci ricongiungiamo tutti al distributore previsto prima di Foggia, ed essendo in anticipo, attendiamo l'OK dai vigili che ci scorteranno per portarci nel cuore della città ed effettuare la sosta ristoro prevista.

Abbiamo tutto il tempo per effettuare il rifornimento e dare un'occhiata alle moto, finalmente giunge l'OK, tutti in colonna su due file, come d'accordo mi porto in testa ed insieme a Michele prendiamo il comando della colonna, é emozionante percorrere le strade della propria città facendo parte di un evento e poi a Foggia con la moto non c'ero mai stato.

Arriviamo all'incontro con i vigili, questi prendono la testa con la loro macchina ed iniziamo ad entrare in città percorrendo le vie principali, il rombo dei nostri motori riecheggia tra i palazzi e nelle vie tranquille di quella domenica di maggio, arriviamo verso il centro della città, solitamente affollato di domenicali cittadini che amano passeggiare per le vie centrali prima di recarsi a pranzo, oggi offriamo loro uno spettacolo emozionante, mai visto nella mia città, neanche quando c'é la tradizionale partenza del Rally del Gargano, offriamo la parata maestosa di circa 60 moto che placidamente si apprestano a fermarsi nella piazza più famosa di una cittadina più volte bistrattata e reclusa agli ultimi posti delle classifiche del buon vivere, ma la sorpresa e la contentezza dei cittadini é contraria alla nostra quando nell'approssimarci alla piazza iniziamo a vedere che la stessa é bardata in ogni dove con manifesti elettorali di un partito politico ed il suo candidato.

La gioia si trasforma in rabbia, ormai ci siamo, non possiamo scappare, siamo stati raggirati, quello che doveva essere una appuntamento sociale o culturale si é trasformato a nostra insaputa in pubblicità elettorale, il disappunto é generale, il rappresentante Guzzi, Antonio Idà, giustamente, non può accomunare il nome Guzzi ad un partito politico né tanto meno ad un candidato, per cui su tutte le furie e non a torto fa immediatamente nascondere il furgone Guzzi, non espone la nuova Nevada e molto adirato ha parole dure con Michele, purtroppo anche il povero Michele era all'oscuro del tiro mancino ma facendo buon viso a cattiva sorte, magistralmente, con Gian Battista ritira il riconoscimento offerto dal candidato politico, senza entusiasmo e con la rabbia nel cuore.

Intanto io avevo ricevuto la giusta visita da parte dei miei genitori, che per l'occasione e l'ora mi avevano anche portato un panino ed una bottiglia d'acqua, "la mamma é sempre la mamma" comunque la totale assenza del concessionario Guzzi rafforza la rabbia, doveva esserci un rinfresco con lui ed invece non c'é traccia, ci comunicano che sono in arrivo dei "sacchetti pranzo", molti vorrebbero andare via subito, ma si decide di aspettare i panini, almeno non restiamo digiuni, finalmente arriva la macchina con i sacchetti, consumiamo velocemente i panini e ci apprestiamo alla partenza con 15 minuti d'anticipo sul road book, saluto i miei genitori e mi preparo.

Tutto é pronto, i vigili sono in testa, io sono imbottigliato nelle moto e non posso raggiungere la testa, ma il road book parla chiaro, percorrere la via del Mare per Margherita di Savoia, solo che per Margherita di Savoia ci sono due strade e spero che i vigili ci scortino su quella giusta, invece subito dopo un passaggio a livello al bivio, noto che i vigili hanno terminato la scorta ed il gruppo procede nella direzione sbagliata, urlo ai vigili che hanno indicato la direzione sbagliata ed apro il gas. la mia 850 GT fa il possibile, il gruppo é lanciato e fatico a raggiungere la testa, sfreccio sulla corsia di sinistra a tutta velocità ma non riesco a raggiungere la testa, dietro di me Valerio mi segue come un'ombra, Valerio mi ha sempre seguito fidandosi delle mie conoscenze "stradali" e non perdendomi mai di vista fin dal secondo giorno quando viaggiavamo in gruppo, lui con California mi raggiunge e mi chiede se deve fermare il gruppo, dico di si, purtroppo con la mia 850GT mi ci sarebbero voluti altri 3 chilometri per fermarli, forse.

Raggiungo la testa e notando che nessun partecipante indossava il gilè "staff" urlo molto alterato dove diavolo stavano andando, mi rispondono che anche quella strada portava a Margherita di Savoia, rispondo che era vero ma non era quella prevista dal road book e che quindi bisognava tornare indietro per 5 chilometri e riprendere la strada prevista.

Non é giusto che si trascini il gruppo senza decidere di cambiare direzione, a Vetralla si sono prospettati due percorsi diversi ed ognuno ha deciso quale prendere, qui come al distributore Tamoil dopo la Futa prima di Dicomano il gruppo é stato trascinato dalla partenza imprevista di chi era in testa alla fila.

Prospetto  i due percorsi e sentenzio che io avrei percorso l'itinerario previsto, giudicato più "turisticamente" bello di quello, perché mentre quello percorreva l'entroterra , quello previsto invece percorreva le campagne ed il litorale adriatico.

Mentre si effettuava l'inversione Michele, già provato dagli eventi dell'arrivo a Foggia, scivola su del brecciolino e cade, la moto, nuova, riporta delle escoriazioni  e la rottura di una freccia, Michele é ancora più provato e decide di restare nelle retrovie.

D'accordo con Giambattista decidiamo che fino alla litoranea nessuno mi deve sorpassare, riprendiamo così la nostra marcia attraverso le campagne della Capitanata, quelle che dirigono verso il mare e che hanno come corollario la maestosa  cornice del Gargano sulla sinistra e la distesa interminabile di campi coltivati a carciofi, pomodori e vigneti sulla destra.

Percorrendo così la placida e tranquilla "Via del Mare" arriviamo sulla litoranea che ci porterà a Margherita di Savoia, punto di rifornimento ed incontro con le staffette del Moto club "Respa Nova" di Molfetta, lo scenario é quanto di più bello e strano si possa ammirare, a destra il mare e nella sua striscia di sabbia e terreno demaniale costruzioni abusive dalle forme più svariate attirano l'attenzione dei viaggiatori, mentre sulla destra le Saline riempiono le campagne, vasche scavate nel terreno formano quadrati d'acqua ora limpida ora rosseggiante fino ad arrivare a distese di bianco sale che sarà poi raccolto e raffinato.

Si arriva così al punto d'incontro con le staffette del Moto Club, nel percorrere la litoranea mi sono fatto sorpassare e come al solito, dopo essermi goduto il panorama in piena tranquillità arrivo al distributore che ormai quasi tutti hanno completato le operazioni di rifornimento.

Complice i bisogni fisiologici ed una telefonata di mia moglie, mi ritrovo ultimo e solo a partire dal distributore, la staffetta mi chiede se conosco la strada, rispondo di si e lo mando via.

Mi sono tolto il gilè dello staff, voglio essere partecipante, le staffette ora sono esperte e ben preparate, hanno testato il percorso diverse volte con Gian Battista ed infatti si riveleranno molto scrupolose ed attente nello svolgere il loro compito, infatti quando riparto, al primo bivio incontro una staffetta ad attendermi, faccio segno che tutto va bene e proseguiamo, giungiamo così sulla statale 16, strada a due carreggiate per senso di marcia, separate da spartitraffico, prossimo rifornimento a Giovinazzo, quindi tutta statale simile ad autostrada, me la prendo comoda, viaggiando con l'850 GT a 90 all'ora e gustando il paesaggio della mia terra che raramente vedo, ma mi accorgo che la staffetta "scopa" non  mi molla, nonostante lo rassicuri che va tutto bene e che può andare avanti, tanto io più di 110 non posso andare.

Giungiamo così al distributore di Giovinazzo, effettuiamo le operazioni di rifornimento e reindosso il gilè dello staff, non mi va di rallentare le staffette.

Ripartiamo a gruppi man mano che si effettuano i rifornimenti, percorriamo la tangenziale di Bari fino allo svincolo per Taranto ed iniziamo il percorso per Gioia del Colle, mi ricordo che a Gioia del Colle c'é da prendere uno svincolo particolare, quindi mi porto alla testa del gruppo con cui viaggio e noto che non ci sono staffette, il gruppo si era solo sgranato per via del traffico, per sicurezza mi metto alla testa della seconda metà del gruppo ed in prossimità dello svincolo da prendere ci sono già le staffette del Moto Club ed alcuni dei Falchi, bene, tutto é stato predisposto per la migliore riuscita dell'evento.

Il paesaggio qui é completamente diverso, campagne recintate da muretti di pietra, oliveti e vigneti, terra rossa e nera talmente grassa da non avere dubbi sulla sua bontà per le piante e le coltivazioni.

Si arriva così al rifornimento di Gioia del Colle, le staffette ed il Gruppo dei Falchi sono talmente efficienti che ci permettono di viaggiare in gruppi separati, così appena terminato il rifornimento il gruppo riparte, ormai siamo circa tre gruppi, noi siamo il secondo ed a distanza di circa due minuti dal primo gruppo ripartiamo anche noi, i bivi sono presidiati dalle staffette e ci indicano la giusta direzione, imboccata la direzione per Noci, insieme a Gian Battista, prendo il comando del gruppo, percorriamo così le tranquille strade tra le campagne, che seguendo i perimetri dei campi, formano nastri d'asfalto diritti con curve talvolta a 90 gradi.

Le strade, seguendo i declivi delle campagne, seguono l'andamento del terreno, ondulato, con lunghe discese e salite, dopo una curva imbocchiamo un lungo rettilineo, noto una nuvola scura in lontananza, mi riprendo immediatamente dal torpore del piacere di percorrere quelle strade e mi metto sul "chi va la", quella nuvola scura non mi piace, forse un camion che procede lentamente o forse un incidente, inizio a rallentare e man mano che mi avvicino le ombre che vedo e le sagome mi fanno pensare ad un'ostruzione della carreggiata, forse per un incidente, "...accidenti ci tocca tornare indietro se non si passa" penso pensando ad un'eventuale incidente, man mano che mi avvicino l'ipotesi dell'incidente é sempre più concreta, una macchina occupa la carreggiata, alzo il braccio e faccio segno di accostare al gruppo che mi segue, sempre perso nei pensieri di dover tornare indietro, appena spengo la moto. sento degli urli, il pensiero che l'incidente sia grave si affaccia alla mente, noto delle moto ferme e più in la un casco a terra, é improvviso, come un fulmine "...é rimasto coinvolto uno dei nostri partecipanti", nella macchina di traverso vedo un corpo inerme e continuo a sentire quegli urli, mentre mi avvicino lentamente e con timore alla macchina ferma Gian Battista, che molto più velocemente di me aveva già raggiunto il centro dell'incidente, mi comunica con forte agitazione che un partecipante era stato coinvolto e che era deceduto nell'incidente, resto senza parole, e lui con risolutezza decide di annullare la manifestazione.

Giustamente viene diramato l'accaduto e l'annullamento della manifestazione, intanto due partecipanti esperti, uno del 118 e l'altra operante in un Centro di rianimazione, prestano le prime cure ai due partecipanti coinvolti nell'incidente, per gli occupanti della macchina non c'é più niente da fare, sono deceduti.

Il riconoscimento della vittima avviene da parte di Riccardo, che sconvolto, urla "...sono quelli di Siena", infatti dopo si appurerà che i due partecipanti coinvolti siano Alessandro Chesi, deceduto e Beatrice Bucalossi, tenuta in vita dai due volontari partecipanti intervenuti a prestare le prime cure.

Il Raid é ufficialmente e tristemente terminato, la nostra permanenza sul luogo dell'incidente, i pianti ed il faticoso rientro non fanno parte di questo racconto ma a conclusione voglio dire che tutto ciò che é avvenuto dopo ha ancora una volta rafforzato e dimostrato, sia a chi ne aveva gia fatto esperienza, sia a chi ha avuto modo di conoscerci per la prima volta che per uno strano ed inspiegabile motivo tutti quelli che si avvicinano al nostro mondo motociclistico e che condividono il nostro modo di vivere la Motocicletta si accomunano agli altri e convivono con loro in modo talmente fraterno da restarne affascinati ed attratti allo stesso tempo e non esserne più in grado di uscirne o cambiare comportamento.

Grazie a tutti noi per saper vivere e tenere in piedi questo stile puro ed onesto, fraterno e socievole con l'augurio che prima o poi chiunque, anche al di fuori del nostro mondo, comprenda che questo "...é il più bel modo di vivere".

 

I Partecipanti, così come compaiono sul Road Book, non me ne vogliano quanti non citati o non presenti ma ricordo comunque quelli unitisi a noi a Caserta e le formidabili staffette dei Club "Mascalzoni Campani " Caserta;  "Aquile di Benevento" Benevento; "MotoClub Respa Nova" Molfetta.

 

Ciao a tutti di vero cuore

 

Marco Simone - Bologna

850GT '72 "Patroclo"

California EV Touring "Lord Byron"

152° membro Soccorso Aquila

(Emilia Romagna - Bologna)

 

ARNASCO EZIO

AROSIO FABIO

AROSIO MARIO

AVANZINI DIEGO

BARBIERI GABRIELE

BEGHELLI PAOLO

BERGOMI LUIGI

BRUNONE BRUNO

CEI ALESSANDRO

CEI MICHELE

CHESI ALESSANDRO

CHIESA RINALDO

CICIRIELLO COSIMO

CIOCI LORENZO

CIRACI VITO

COLOMBO MARCO

CONFORTI SALVATORE

COTTINI VALERIO

DE GIROLAMO DANIELE

DE MARCO BIAGIO

DE SIMINE NICOLÒ

DEL ROSSO GIANBATTISTA

DI VITA ANTONIO

D'URSO PIETRO

FABIANO AGOSTINO

FAGIOLINI RICCARDO

FECCHIO CLAUDIO

FERRARA MAURIZIO

GRANUZZO LUISA

GRAZIANO ANGELO

LAVA ALBERTO

LONGOBARDO GIUSEPPE

LOVERO FRANCESCO

MAELLARO GIOVANNI

MANETTI MAURO

MARRA ROBERTO

MARRACCINI ANGELO

MARTIGNAGO GIANFRANCO

MONCINI MARZIO

MONTORSI AURELIO

MORI BRUNO

MUSANTE LUCA

NARDINI GABRIELE

NATALE ANDREA

OLIVIERI ANGELO

OLIVIERI FRANCESCO

PALPATI CLAUDIO

PAOLUCCI MICHELE

PAULICELLI ANTONIO

PAULICELLI GIUSEPPE

PESOLA GIANFRANCO

PUCCIO MASSIMO

QUAQUARELLI FABIO ANT.

RACANO PAOLO

RAVAGLIOLI TOMMASO

ROGOLI CARLO

ROMANO MICHELE

ROSSINI GIUSEPPE

SCIALPI COSIMO

SIMONE MARCO

SIRONI LORENZO

SIVILLI VITO MICHELE

SPINELLI LUIGI

TOMMASI ENRICO

TORREGROSSA SALVATORE

TRABUCCO MAURIZIO

TRAVERSA GIANFRANCESCO

TRINI CASTELLI AURO

TURCONI MAURIZIO

VACCARELLI COSIMO

VANNICOLA ENRICO

VELARDI ERMANNO

VILLANI ELIO

ZONTA STEFANO

ZOTTI EMANUELE